4 marzo 1848
Originale dello Statuto albertino

Questa carta costituzionale fu concessa dal re Carlo Alberto il 4 marzo 1848 ai sudditi del Regno di Sardegna nei territori al di qua e al di là delle Alpi, segnando il passaggio dallo Stato assoluto allo Stato liberale-parlamentare. In seguito estesa all’Italia unita, sarebbe rimasta in vigore fino al varo della Costituzione repubblicana.

La carta, che ebbe pieno effetto dall’8 maggio 1848, con l’inizio della prima legislatura, fu redatta in due versioni, in italiano e in francese. Lo Statuto Albertino appartiene alla categoria delle costituzioni “octroyées”, cioè concesse formalmente da un sovrano di propria «certa scienza» e «regia autorità».

Non vi era alcuna disposizione che prevedesse un particolare procedimento per la modifica o l’abrogazione delle norme statutarie, caratteristica che le conferì flessibilità, il suo punto di forza. Fondamentale regola era la balance des pouvoirs, l’“equilibrio dei poteri”, con riferimento in particolare al potere esecutivo e a quello legislativo; la magistratura fu qualificata come “ordine giudiziario” nel solo testo italiano.

Le fonti dello Statuto furono prevalentemente testi costituzionali francesi: in primo luogo la costituzione del 1830 della “monarchia di luglio”, molti erano inoltre i richiami alle costituzioni monarchiche francesi del 1791 e del 1814 e forte punto di riferimento fu la costituzione belga del 1831. Furono poi tenuti in conto l’ordinamento consuetudinario inglese e la costituzione siciliana del 1812.

Frontespizio della carta costituzionale, in vigore dal 1848 (ASTo, Sezione Corte, Museo Storico)