
Archivio di Stato di Torino – Sezioni Riunite, via Piave (ex Ospedale San Luigi): i vecchi magazzini.
L’Archivio di Stato di Torino fa parte della rete degli Archivi di Stato italiani, organi periferici del MiC (Ministero della Cultura), presenti in ogni città capoluogo di provincia per un totale di oltre 100 sedi.
Gli Archivi di Stato sono depositari degli Archivi degli Stati preunitari, distribuiti in base alla competenza territoriale (documenti degli uffici centrali preunitari presso le antiche capitali, di quelli periferici negli archivi provinciali): così Torino, in quanto capitale dell’antico Regno di Sardegna, custodisce gli archivi degli uffici statali centrali sabaudi, un eccezionale patrimonio di fondamentale importanza per la ricostruzione della storia d’Italia e d’Europa dal XII secolo alla metà dell’Ottocento.
Insieme ai documenti preunitari, gli Archivi di Stato conservano e mettono a disposizione della cittadinanza la documentazione prodotta dagli uffici dell’amministrazione periferica dello Stato italiano postunitario (fa eccezione l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, che conserva la documentazione prodotta da molti Uffici centrali dello Stato), versata allo scadere dei trent’anni dalla chiusura delle pratiche (o dei settant’anni dall’anno di nascita della classe a cui si riferiscono nel caso delle liste di leva). Gli Archivi di Stato conservano inoltre gli atti notarili prodotti dai notai della Provincia che hanno cessato l’attività professionale da almeno 100 anni e la documentazione di enti pubblici estinti. Possono, infine, in presenza di specifici accordi, accogliere versamenti di documenti più recenti del trentennio, enti pubblici non statali o anche archivi privati (di famiglie, persone, imprese, istituzioni la cui documentazione sia considerata di interesse storico), in particolare quando sussistano rischi di dispersione o danneggiamento.
Oltre a conservare e a rendere fruibili i documenti per motivi di ricerca, preservazione della memoria di una comunità, garanzia dei diritti dei cittadini, gli Archivi di Stato curano lo studio, l’ordinamento, l’inventariazione, il restauro, la digitalizzazione dei materiali affidati; la valorizzazione del patrimonio custodito viene inoltre attuata attraverso pubblicazioni, la realizzazione di progetti web, l’organizzazione di iniziative di comunicazione e informazione come attività didattiche, convegni scientifici, mostre tematiche, visite guidate.
L’impegno per la tutela del patrimonio informativo e culturale trova inoltre un suo specifico ambito di applicazione nello svolgimento delle funzioni di sorveglianza sulla gestione della documentazione prodotta (su qualsiasi supporto, analogico o digitale) dagli organi periferici dello Stato e da questi ancora custodita presso gli uffici (archivi correnti) e nei magazzini (archivi di deposito). La sorveglianza è assolta mediante l’istituzione e la partecipazione ai lavori di apposite commissioni attive presso i singoli uffici periferici, incaricate tra il resto di proporre gli scarti di materiale documentario ritenuto di interesse storico meno rilevante e di predisporre i periodici versamenti di materiale documentario ai competenti Istituti archivistici.
1886 – 1903 Emanuele Bollati di Saint Pierre
1904 – 1919 Giovanni Sforza
1920 – 1931 Alessandro Luzio
1932 – 1947 Giancarlo Buraggi
1948 – 1952 Mario Vanzetti
1953 – 1972 Gaetano Garretti di Ferrere
1973 – 1981 Isidoro Soffietti
1981 – 2006 Isabella Massabò Ricci
2006 – 2011 Marco Carassi
2011 – 2015 Maria Barbara Bertini
2015 – 2016 Stefano Vitali
2016 – 2018 Monica Grossi
2018 – 2019 Elisabetta Reale
2019 – in carica Stefano Benedetto