Di origini artigiane (nel XVI secolo avevano una fucina in Pinerolo) accedono alla nobiltà di toga nel Seicento. Niccolò, consigliere del re di Francia, senatore, avvocato fiscale generale del Piemonte (1646), venne infeudato di Melle e Frassino col fratello Gian Domenico, ricevitore delle finanze. I cugini Giambattista e Giampietro vennero nobilitati nel 1658 come discendenti da quattro generazioni di nobili; il figlio del primo, Giandomenico, ereditò dai cugini Melle e Frassino (1699). La famiglia si estinse nel 1757 con Giandomenico II, consigliere referendario nel Consiglio dei memoriali, e i feudi passarono ai parenti Nicolis (Frassino) e Rovasenda (Melle).