L'ordinamento settecentesco divideva i benefici maggiori, cui sovrintendeva un abate, dai benefici minori, indicando le carte dei primi con la denominazione di Abbazie e quelle dei secondi con la denominazione di Regolari. Questa distinzione, operata con alcune eccezioni, non fu estesa anche agli Ordini femminili.
Questi archivi rivestivano un particolare interesse nello Stato sabaudo in ordine ad alcuni speciali diritti che sulle Abbazie vantava il Sovrano.
A seguito delle soppressioni di Enti ecclesiastici operate nei secoli XVIII e XIX, l'Economato Generale dei Benefizi vacanti incamerò gli Archivi dei diversi Enti . Si pose pertanto la necessità di integrare i documenti pervenuti con gli atti già in precedenza posseduti. Per ciascun Ente, già rappresentato, si procedette alla mera giustapposizione della documentazione recentemente acquisita a quella preesistente, ignorando talora la diversa genesi dei due fondi d'Archivio. Si trattava infatti nel primo caso delle carte acquisite dall'Economato