La Casa Editrice Einaudi venne fondata nel 1933 a Torino da Giulio Einaudi, da subito affiancato da un gruppo di amici, allievi del Liceo Classico D'Azeglio accomunati dall'essere stati discepoli di Augusto Monti: tra essi Leone Ginzburg, Massimo Mila, Norberto Bobbio, Cesare Pavese. Pesantemente perseguitata dal regime fascista per le sue posizioni progressiste e liberali, Giulio Einaudi venne mandato al confine e Leone Ginzburg fu ucciso dai nazisti a Roma nel 1944, la casa editrice divenne, nel dopoguerra, uno dei fari della cultura italiana e internazionale contemporanea, grazie alla collaborazione di autori quali, per citarne alcuni, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Elio Vittorini, Italo Calvino, Leonardo Sciascia. Al tentativo di innovare il panorama letterario italiano, senza per questo rinunciare all'attenzione verso i classici, si affiancò fin dai primi anni un'importante produzione nel campo della saggistica. Dopo un periodo di crescita e di eccezionale progressivo incremento dell'attenzione del pubblico, continuato fino agli Anni '70, epoca a cui risale la pubblicazione di alcune opere monumentali della cultura italiana contemporanea, sia letteraria che saggistica (si pensi ad esempio a « La storia » di Elsa Morante o alla « Storia d'Italia » in sei tomi), l'Einaudi attraversò negli Anni '80 una grave crisi finanziaria, che portò al commissariamento nel 1983. Questo non impedì alla Casa Editrice di proseguire la sua attività, con nuove, importanti iniziative editoriali. Nel 1994 l'Einaudi venne acquistata dal Gruppo Mondadori.