Una particolare raccolta tardo-medievale e la sua ricezione moderna.

Il manoscritto J.b.IX.10 è stato pubblicato in formato digitale grazie al progetto “Francophone Digital Humanities – FDH” promosso dalla Duke University (Durham – North Carolina) con il sostegno dei Servizi culturali dell’Ambasciata di Francia negli Stati Uniti.

1401 c.

La forma e il contenuto dell’antologia rivelano un percorso complesso. Il manoscritto consiste di 91 fogli il cui formato (29,5 x 10, 5 cm) richiama quello dei libri contabili assai diffuso nei circoli italiani.

Contiene un insieme di poesie note di Guillaume de Machaut, Eustache Deschamps e Oton Grandson; degli estratti da un piccolo corpus dominato da poesie composte da principi, conosciuto come le Cent ballades e le réponses; e, infine, una serie di componimenti attribuiti a un Naudin Auliz di cui si fa menzione unicamente in questa raccolta.

Il codice è stato trascritto da almeno cinque mani diverse nella grafia cancelleresca comune. Tale modesto manoscritto sembra essere velocemente passato nella biblioteca privata di Casa Savoia.

La collezione suscita diversi interrogativi sulla circolazione della poesia francese in epoca premoderna.

  • Qual è la relazione tra i suoi celebri autori e gli anonimi contributori?
  • In quali circostanze questa poesia è stata riunita e cosa ne ha ispirato la conservazione?
  • Il piccolo formato e la grafia autorizzano forse un ripensamento del ruolo del mecenatismo nella produzione letteraria?
  • Che ruolo ebbe Maria di Borgogna, moglie del duca di Savoia Amedeo VIII, nella promozione della poesia cortese d’oltralpe alla corte dei Savoia?

1792 c.

Il manoscritto diventa un libro e viaggia attraverso l’Europa post-rivoluzionaria. Viene nuovamente rilegato e intitolato “Ce Recueil de galanteries du bon vieux temps”.

Le ballate medievali sono state riattivate nella Francia Ancien Régime come giochi poetici tipici della vita di corte.

Il volume è introdotto da un commentatore che scrive con mano e stile propri del tardo Settecento.

L’erudito si compiace di preservare e tramandare un esempio tale di poesia d’antanJérôme d’Arblay firma e data il libro, rivendicando l’appropriazione di questo sapere ludico.

La poesia premoderna, così riattualizzata, entra in nuovi circuiti della vita letteraria e intellettuale francese. Ciò solleva una seconda serie di domande sulla fortuna moderna di composizioni poetiche medievali.

  • Qual è stata la comprensione di questo tipo di collezioni da parte delle generazioni successive che le hanno fruite?
  • Che tipo di memorie della cultura medievale esse hanno contribuito a creare?
  • Qual era la loro funzione sociale?

È ancora persistente il cliché secondo cui donne e uomini di lettere del XVIII secolo fossero ampiamente ignoranti dei poeti medievali. L’anatema di Voltaire sui barbari fanatici è spesso considerato come il giudizio unanime dell’epoca dei Lumi. Questa collezione di galanterie, che il commentatore considerava degna di far parte di ogni biblioteca, suggerisce tuttavia uno scenario diverso.

  • Com’era costituita la biblioteca medievale all’epoca della Rivoluzione francese?
  • Come interpretare la diffusione di tali manoscritti in relazione a quelli a stampa?
  • Qual è il contribuito della poesia tardo-medievale alla nozione di ‘antichità’ propria dell’epoca di Rousseau e Diderot?
  • In che modo questi manoscritti circolavano in Europa? Come beni preziosi appartenenti a nobili espatriati? Parte dei bottini di guerra? Materiali propri della Rebubblica delle Lettere?

Franklin Digital Humanities

Queste sono alcune delle domande alla base del seminario organizzato dalle responsabili del progetto: Helen Solterer (Duke University) e Deborah McGrady (University of Virginia), sulla scia del lavoro editoriale di Alessandro Vitale-Brovarone: Le Moyen français 6 (1980).

La pubblicazione digitale del manoscritto vuol essere un invito ad altri studiosi a partecipare alla ricerca.

NEL PATRIMONIO

NEL PROGETTO FRANCOPHONE DIGITAL HUMANITIES DELLA DUKE UNIVERSITY

CREDITS

Lo studio del manoscritto J.B.IX.10 della Biblioteca Antica dell’ASTo, la sua digitalizzazione e la pubblicazione web è stata realizzata nell’ambito del Progetto

Un progetto
della
(Durham – North Carolina)
con il sostegno dei Servizi culturali della