complicità nella scrittura e spedizione di 6 lettere anonime infamanti, di cui tre per il generale delle finanze, contro l'intendente di Torino vassallo Giacinto Castelli di Costigiole e contro i suoi subalterni. Minacce alla vita dell'intendente che lo aveva licenziato dalla segreteria, privandolo anche dell'abitazione. Aver abusato nell'esercizio del suo ufficio esigendo doni annuali in cambio di favori personali. Aver venduto i mobili del Senato senza darne conto all'Intendenza e aver sottratto il loro inventario ritrovato a casa sua. Aver soppresso un processo criminale ordinato dall'Intendenza contro gli amministratori di Pramollo, che l'avevano corrotto con vari doni. Dalla vendita dei loro boschi comuni ricavava 8000 lire per sé. Essere esattore di taglie per la città di Pinerolo mentre era già segretario di Intendenza. Associarsi al Regio servizio, pur essendo segretario di Intendenza, per provvedere foraggio (scadente) ai cavalli del reggimento Dragoni aqquartierato in Pinerolo e aver compiuto agiottaggio nel provvedere all'acquisto di riso per la guarnigione del forte di Mirabocco. Aver compiuto diversi illeciti nelle esazioni di gabelle e aver accettato regalie. Avere sottratto dalla Regia Tesoreria diverse somme di numerose comunità, che ha tentato di restituire attraverso terze persone con ricevute antidatate, dopo l'inizio della causa contro di lui. Aver utilizzato magazzini regi per le proprie granaglie, fatte uscire marcate con le armi regie al fine di non pagare i pedaggi. Aver fatto precettare da diverse comunità molti bovari per regio servizio e non averli pagati adducendo come pretesto di non aver ancora ricevuto i recapiti.
Pena
assoluzione senza spesa alcuna, escludendo alcuni reati per i quali le parti interessate possano chiedere un giugizio civile