Avere ingiuriato con parole e con colpi di canna il notaio e segretario del Tribunale Gaspare Bessone, davanti al popolo che usciva da messa, che aveva proceduto a divers esecuzioni contro di lui; avere insultato, con parole e con una canna, il notaio e luogotenente giudice Bartolomeo Arimando, con pubblico scandalo