Realtà e miti del potente marchesato nel patrimonio dell’Archivio di Stato di Torino.

Il Marchesato di Saluzzo, costituito nel XII secolo, per circa quattro secoli riuscì a contenere le mire espansionistiche di invadenti vicini come i conti e duchi di Savoia e i marchesi di Monferrato, e a conservare la sua autonomia prima di essere annesso dalla Francia (1548) e poi ceduto ai Savoia nel 1601.

Fino al XVI secolo, il Marchesato di Saluzzo esercitò un rilievo non secondario sulla scena politica e militare dell’Italia centro-settentrionale, nonostante l’esiguità dei suoi domini. Lo riconosceva fin dalla metà del Quattrocento Flavio Biondo (Italia illustrata, a. 1474) che definiva il marchesato patria di illustri marchesi, fra i quali in particolare Ludovico I, principe nelle lettere e in ogni virtù.

Un simile giudizio veniva ancora dato un secolo dopo, quando ormai la storia del marchesato volgeva a termine (Leandro Alberti, Descrittione di tutta Italia, Venezia 1588):

«Saluzzo […] è molto civile città, popolosa e abbondante delle cose per il bisogno dell’uomo […] Ne’ nostri giorni diede gran nome ad essa Luigi marchese (Ludovico II, 1475-1504) il quale per esser huomo prudente e prattico del governo, fu fatto viceré di Napoli da Carlo VIII re di Franza».

In realtà, il marchesato fu in contatto, anche grazie ad alleanze matrimoniali, con alcune fra le maggiori dinastie signorili dell’Italia settentrionale.

Da Agnese (metà XII secolo) a Margherita di Foix (metà XVI), le donne dei Saluzzo furono spose fedeli, vedove intraprendenti, reggenti di polso. Di Riccarda Visconti, figlia di Galeazzo, signore di Milano, sposa a metà Trecento di Tommaso II di Saluzzo, il nipote Tommaso III ricordava la sagacia e la decisione nell’intraprendere azioni militari a difesa del marchesato; Ricciarda, sorella del marchese Ludovico I, fu la terza moglie del cinquantenne Niccolò III d’Este di Ferrara che sposò nel 1431.

Donna di notevole forza d’animo, accorta e prudente, Ricciarda tornò a Saluzzo dopo la morte del marito (1441), dove educò i figli Ercole e Sigismondo d’Este. Deceduto nel 1471 il marchese Borso d’Este, fu designato a succedergli Ercole; Ricciarda poté così tornare alla corte di Ferrara dove fu ricevuta come una regina.

Lì fu sepolta con tutti gli onori nel 1474 accanto al marito, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Nella prima metà del Quattrocento i marchesi di Saluzzo si imparentarono per ben due volte con i marchesi di Monferrato: nel 1436 Ludovico I si sposò con Isabella, figlia di Giovanni Giacomo marchese di Monferrato, mentre nel 1481 Ludovico II sposò in prime nozze Giovanna figlia di Guglielmo di Monferrato, deceduta nel 1490.

Fu lei a reggere quanto restava del marchesato durante l’occupazione di Carlo I duca di Savoia (aprile 1487-aprile 1490). Margherita di Foix fu la seconda moglie di Ludovico II che sposò nel 1492; gli diede tre figli, tutti ancora in giovane età quando, nel 1504, il padre morì. Margherita poté così governare con energia il marchesato come reggente per il figlio Michele Antonio che premorì alla madre. Urtatasi poi con l’altro figlio Gianludovico, Margherita si recò in Francia e morì a Parigi nel 1536.

Dal potente Regno di Francia, nella cui orbita essenzialmente gravitò, il marchesato ebbe spesso interessata protezione e da esso assorbì influssi culturali e artistici, che rielaborò con caratteri originali. Tommaso III (fine XIV secolo) fu l’autore di un testo letterario in francese abbastanza famoso, Le Chevalier Errant, che lo collocò nella cerchia dei letterati della corte del re Carlo V e Carlo VI. A tale testo corrisponde per fama, dal punto di vista artistico, la sala dei Prodi e delle Eroine nella sala baronale del castello de La Manta. La corte saluzzese, a sua volta, fu fonte di ispirazione per Griselda la nota novella del Decameron di Giovanni Boccaccio.

Il genio politico dei due Ludovico, padre (1416-1475) e figlio (1475-1504), fece di Saluzzo una piccola capitale che, quanto a decoro urbano, prestigio e raffinatezza poteva non sfigurare con le maggiori realtà politiche dell’Italia centro-settentrionale, persino nella monetazione: la moneta d’oro coniata da Ludovico II nella sua zecca di Carmagnola è di assoluta preminenza fra quelle rinascimentali. Allo stesso Ludovico II va il merito dell’impresa del “Buco del Viso”, un tunnel per “abbreviare la strada” – come dicono i documenti – che da Grenoble e dal Delfinato portava al marchesato.

Saluzzo e il suo castello

Saluzzo fu la capitale di una piccola dominazione territoriale dell’Italia nord-occidentale, costruita a partire dalla metà del XII secolo da una dinastia di antica tradizione militare. Originariamente faceva parte dei possedimenti del marchese Bonifacio del Vasto, di discendenza aleramica. Quando pervenne in eredità a uno dei figli del marchese, Manfredo, essa fu organizzata territorialmente e politicamente grazie a una serie di acquisizioni e di sottomissioni dei luoghi circostanti. Manfredo II, successore di Manfredo I, assunse il titolo di marchese di Saluzzo a partire dal 1176. Fu però solo dalla metà del XIII secolo, sotto Tommaso I (1244- 1296), che Saluzzo divenne la residenza abituale dei marchesi e il vero centro politico del territorio.

La zona su cui essa sorgeva era situata all’estremità delle Alpi Cozie, su un sito collinare caratterizzato da una serie di dislivelli tra le varie aree. Il luogo fortificato (castrum), che la dominava, è citato fin dal 1028. Il nuovo borgo di Saluzzo si aggregò, a partire dal XIII secolo, attorno al nucleo del castello attuale, situato più in basso, che venne via via ampliato nel corso dei secoli, fino a essere trasformato in carcere nella prima metà dell’Ottocento.

Marchesato di Saluzzo: l’archivio…

Particolare di una pagina dell'Inventario n. 25 (ASTo, Sezione Corte, Scritture riguardanti il marchesato di Saluzzo in Paesi)

Particolare di una pagina dell’Inventario n. 25 (ASTo, Scritture riguardanti il marchesato di Saluzzo in Paesi)

Le vicende politiche trovano riscontro nelle carte che tuttora si conservano del superstite archivio del marchesato:

  • protocolli dei notai marchionali;
  • corrispondenza diplomatica;
  • transazioni e accordi con signori territoriali limitrofi;

redatti su lunghe pergamene convalidate dai sigilli. La documentazione conservata presso l’Archivio di Stato di Torino concernente i Marchesi di Saluzzo (ASTo, Paesi, Saluzzo marchesato e provincia, Saluzzo marchesato) copre un arco cronologico che va dall’anno 967 alla fine del XVIII secolo. Tra diplomi imperiali, contratti di matrimonio, testamenti, investiture, omaggi, giuramenti di fedeltà, spiccano le scritture riguardanti il forame fatto dal Marchese di Saluzzo nella montagna di Visolo per il transito dei sali ed altre mercanzie dalla Francia nel Marchesato di Saluzzo.

L’inventario ottocentesco – in ASTo, Sezione Corte, Scritture riguardanti il marchesato di Saluzzo in Paesi (Inventario n. 25) – descrive i documenti compresi nelle categorie I-X.

… e la memoria cartografica

La dominazione politica, creata e consolidata dai marchesi di Saluzzo fra XII e XVI secolo, perse definitivamente la propria autonomia nel 1548, quando fu annessa alla Francia. Nel 1601, in seguito al trattato di Lione, il marchesato fu quindi inglobato nel ducato di Savoia.

La cartografia che lo concerne, prevalentemente di età moderna, ancora ne rievoca in modo sufficientemente preciso i confini. Alla metà del XVI secolo appartengono le carte topografiche del cavalier Peloia (ASTo, Sezione Corte, Biblioteca antica, Manoscritti, Architettura militare, disegni di piazze e fortificazioni, parte su pergamena, Volume V, Saluzzo. Pianta delle mura e fortificazioni, mazzo 5), preparate in vista di un eventuale fortificazione dei centri di maggiore importanza.

Il Marchesato di Saluzzo in mostra

Nel 2008, le sale settecentesche della Sezione Corte dell’Archivio di Stato di Torino hanno ospitato la mostra Il Marchesato di Saluzzo. Realtà e miti di un principato alpino sulla scena europea (secoli XII-XVI) a cura di Rinaldo Comba (Università degli Studi di Milano e Società Studi Storici di Cuneo) e Marco Carassi (Archivio di Stato di Torino).

Gli aspetti più propriamente culturali sono stati illustrati in mostra da preziosi codici concessi in prestito dalla Biblioteca Nazionale di Torino, esposti accanto al materiale documentario e cartografico relativo al Marchesato di Saluzzo conservato presso l’ASTo. De preziosi codici, alcuni appartenevano all’abbazia di Staffarda, fondata nel XII secolo proprio dai marchesi di Saluzzo.

Il percorso tematico della mostra

  1. Il territorio del Marchesato: la memoria cartografica
  2. Legami europei di una dinastia: la costruzione della memoria genealogica
  3. Il controllo del territorio: castelli e funzionari
  4. Tra Francia e Savoia: collegamenti internazionali di una dominazione alpina
  5. Abbazie, chiese e conventi: il respiro europeo delle esperienze religiose, monastiche e culturali
  6. Le armi, la caccia, gli amori: “per una gioia cento dolori”. Il modello cavalleresco fra mito e vita quotidiana
  7. Griselda e le altre: le donne dei Saluzzo fra realtà e mito.