Materie ecclesiastiche

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Materie ecclesiastiche - Carte


Il progetto   Le carte  

Abbazie -> Abbazia dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa
Mazzo 56. Inv.
Fascicolo 26 Atti nella causa di Carlo Provana priore e signore di Novalesa contro Raumondo Francesco e Giovanni fratelli de Rostolan de Chaumont per alcuni beni ossia un tenimento da essi posseduto in stadio semovente dal diretto dominio di detto monastero della Novalesa. (Mancano i primi 63 fogli) -
Fascicolo 27 Atti di Giorgio Pruana priore di Novalesa contro Beniamino Pesce cavalcatore ducale circa il pedaggio per il passo del Montecenisio con cavalcature -
Fascicolo 28 Atti di Bartolomeo Bairo prevosto di Santa Maria di Moncenisio contro Eustachis de la Porta, per la pretesa reintegrazione in possesso di una pezza di prato del priorato di Sant'Evasio, sita nelle fini di Susa, come appartenente a detta prevostura di Moncenisio -
Fascicolo 29 Atti fra li affittavoli dei diritti dell'abazia di Novalesa ed i fratelli Panoni. Si contendeva se nel caso di essere stato istituito dal padre erede universale uno dei figli, lasciati eredi particolari in certa somma gli altri, e di essere morto detto erede universale senza ascendenti e discendenti, avesse luogo il diritto di successione qui supposto per incontrastabile, nella quarta parte dell’eredità di chi morendo ab intestato non lascia né ascendenti né discendenti. Fu proferita sentenza a favore del monastero a tenore delle franchigie e dell’uso che le interpretava. Devono però, venendo il caso, leggersi questi atti -
Fascicolo 30 Atti di deposizione di testimoni promossi dall'abate di Novalesa Carlo Provana contro i fratelli Giovanni Maria e Giorgio Canalis signori di Cumiana per alcuni beni semoventi dal diretto dominio del castello di Camerletto. Li suddetti fratelli Canalis vennero condannati -
Fascicolo 31 Esame ossia deposizioni di testimonii ricevute nella causa tra Carlo Provana commendatario e perpetuo amministratore del monastero della Novalesa seco giunte la comunità ed uomini di Venaus contro la comunità ed uomini di Giaglione che si opponevano alla continuazione del pagamento di decime ed accensamenti pei beni della Comba Lombarda -