Nel 1768 Carlo Emanuele III per soddisfare le richieste del mercato di tabacco volle costruire un complesso industriale con annesse piantagioni per la lavorazione della pianta. Come area si scelse quella su cui sorgevano i resti dell'antico Palazzo del Viboccone, nel Regio Parco, voluto da Emanuele Filiberto a metà XVI secolo come luogo di svago. La Regia Fabbrica del Tabacco del Regio Parco, attiva dal 1789, si andò ad affiancare a quella, già esistente, di Via della Zecca, poi chiusa nel 1895, ereditandone progressivamente le funzioni. Nella fabbrica, che produceva principalmente sigari, tabacco da pipa e, a partire dagli anni Ottanta del XIX secolo, sigarette, era anche presente una cartiera che realizzava carte da gioco, carte da bollo e carta filigranata. La manifattura crebbe per importanza e per numero di operai nel corso del XIX secolo, giungendo ad occupare, nel 1875, 2.500 tra impiegati ed operai, in prevalenza donne, le cosiddette sigaraie. Iniziata la sua parabola dicendente nel corso degli Anni '20 del XX secolo, pesantemente danneggiata nel corso dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, la Manifattura Tabacchi conobbe un ultimo periodo di ripresa nel dopoguerra, quando il Governo e i Monopoli di Stato promossero una ristrutturazione completa della fabbrica. Nel 1960 il Monopolio decise di interrompere la produzione di sigari e tabacco da pipa, continuando solo qualla delle sigarette. Il 19 marzo 1996, infine, la Manifattura Tabacchi, nella quale lavorava ormai poco più di un centinaio di dipendenti, cessò definitivamente l'attività produttiva.