Nel 1918 fu costituita la « Società Cave San Vittore », con sede amministrativa a Milano. L'attività estrattiva incominciò solamente nel 1921, dopo i primi anni dedicati alla predisposizione di macchinari ed infrastrutture, sotto la direzione tecnica dell'Ing. Eva: in quell'anno venne infatti installato il primo impianto di frantumazione e separazione. I primi anni, caratterizzati da continue modifiche degli impianti di lavorazione e dal frequente aggiornamento dei macchinari e delle tecniche di estrazione, furono contrassegnati da cicliche crisi delle vendite, fino a quando, nel 1932, la Società cominciò a contrastare la contrazione delle vendite rivolgendosi non solo al mercato italiano ma anche a quelli di Spagna, Inghilterra, Nord America. Nel 1933, anche se stava conoscendo un primo accenno di ripresa, la Società si pose, per evitare l'aggravarsi del carico di interessi e debiti, sotto la tutela dell'IRI, che terminò nel 1951. A partire dalla fine degli anni Trenta la Società riuscì a rendersi competitiva nei confronti dei produttori di amianto esteri; questo non evitò, al termine della Seconda Guerra Mondiale, una nuova crisi finanziaria causata dall'aumento dei prezzi legati alle vicende belliche, crisi da cui la Società non fu più in grado di riprendersi, fino ad essere messa in liquidazione nel 1954. Nel 1950, con il passaggio del pacchetto azionario dall'IRI al gruppo « Manifatture Colombo» ed « Eternit », era stata costituita la nuova società « Amiantifera di Balangero S.p.A. », presieduta da Rinaldo Colombo, industriale di Bergamo: rimasto a capo della Società per oltre trent'anni, egli avrebbe portato la Società ad un livello produttivo mai conosciuto in passato, grazie anche all'introduzione, a partire dal 1958, di nuovi e più produttivi metodi di estrazione. Dal 1962 la direzione tecnica fu assunta dall'Ing. Emidio Angellotti, il quale fece toccare all'Amiantifera i suoi vertici di produzione e fatturato, grazie anche alla progressiva automatizzazione degli impianti. Nel 1983, deceduto l'anno precedente Rinaldo Colombo, la Società venne venduta ai fratelli Puccini di Roma e da allora conobbe un declino irreversibile culminato nel 1990 con la dichiarazione di fallimento. (dall'Introduzione all'inventario)