Originari di Caravonica si trasferirono in Asti e infine a Roma. Bartolomeo venne nominato nel 1545 elemosiniere del principe di Piemonte. Bernardo, segretario ducale, e suo figlio Gian Gregorio furono conservatori dei confini. Al ramo principale della famiglia appartenne Marcantonio, vescovo di Bitetto (1641-1655), poi vicario generale del cardinale Colonna e visitatore apostolico di Alessandro VII per Porto, Ostia, Velletri e Albano. I nipoti Marcantonio (+ 1693) e Gian Domenico furono rispettivamente vescovi di Asti e di Cirene, mentre loro fratello Bartolomeo - che acquistò Chiusavecchia e ne fu investito col comitato nel 1675 - fu conservatore di Roma; alla famiglia fu riconosciuto il patriziato romano. La doppia identità geografica si perpetuò sino all'ultima Tomatis, Prassede, morta a Roma ove lasciò erede il sac. Marelli. Prassede aveva sposato il cavaliere Benedetto Spirito Nicolis di Robilant, e lasciò una figlia naturale, Anna Celestina Rovera, che vinse una lite per eredità contro i Marelli.