La Città di Ginevra, soggetta ab antiquo al governo vescovile, non entrò mai a far parte dello Stato sabaudo. Su di essa si appuntarono tuttavia fin dal secolo XIII le mire espansionistiche dei Savoia. Nel 1287 il Conte Amedeo V, occupato manu militari il castello situato sull'isola al centro del Rodano, otteneva dal Vescovo ginevrino la carica di vicedominus episcopale, cui era connesso l'esercizio di funzioni amministrative e giurisdizionali. La presenza sabauda in Ginevra si ampliava ulteriormente nel secolo XV, a seguito dell'acquisizione tra il 1402 ed il 1405 della Contea del Genevese. Essa si traduceva a partire dal 1444 in effettivo controllo politico. In tale data il Duca Amedeo VIII, assurto al Pontificato con il nome di Felice V (antipapa), si riservava infatti l'amministrazione per l'episcopato vacante per la morte del titolare Francois de Metz. Dopo la sua rinuncia alla tiara, i Savoia mantennero, grazie alle prerogative loro riconosciute dal Pontefice Niccolò V con l'indulto del 10 gennaio 1452