30 gennaio 726

Abbone, rettore di Moriana e di Susa, nomina Godone abate del monastero dei Santi Pietro e Andrea da lui fondato in Novalesa definendone le attribuzioni

Il documento è uno dei primi monumenti membranacei d’Italia ed è il più antico documento conservato dall’Archivio di Stato. Si compone di 43 righe in carattere corsivo merovingico con poche abbreviazioni.

Sottoscritto, oltre che dal patrizio franco Abbone, da quattro vescovi, due abati, un arcidiacono e altri chierici, tale privilegio sancisce l’«atto di fondazione» dell’abbazia della Novalesa, uno dei primi monasteri benedettini italiani. Per la sua posizione strategica, in val di Susa, sulla strada che collegava il regno dei franchi e dei longobardi e per le successive donazioni ricevute dai Carolingi, l’abbazia divenne ben presto un influente centro di potere religioso e politico. Il documento rimase presso l’abbazia per meno di due secoli. All’inizio del X secolo, quando i saraceni saccheggiarono e distrussero il ricco cenobio novaliciense, fu posto in salvo dai monaci in fuga nel monastero di Sant’Andrea di Torino e trasferito più tardi in quello di Breme.
Salvato una seconda volta all’epoca della Rivoluzione francese, pervenne agli Archivi sabaudi tramite l’Economato generale dei Benefici vacanti.

Il manoscritto della fondazione della Novalesa (ASTo, Sezione Corte, Museo Storico)