Ritratto di Vittorio Amedeo II duca di Savoia

Ritratto di Vittorio Amedeo II duca di Savoia

Vittorio Amedeo II, duca di Savoia(1666-1732).

Con Vittorio Amedeo II assistiamo a un rinnovato interesse per la collezione libraria orientale della Biblioteca Ducale e poi Regia, trascurata dalle corti precedenti. Nella generale “riscoperta” della biblioteca e nell’ambito delle nuove catalogazioni, venne chiamato a Torino nel 1710 il teologo ed ebraista tedesco Christoph Matthias Pfaff, il quale curò l’inventario dei libri ebraici confluito nell’imponente Index Alphabetique des livres qui se trouvent en la Bibliothèque Royale de Turin en cette année 1713 di Machet.

L’ebraico fu rivalutato anche nell’ambito del rinnovamento dell’Ateneo; su suggerimento del giurista siciliano Francesco D’Aguirre e di Scipione Maffei, venne creata nel 1720 una nuova cattedra che univa lo studio della lingua ebraica alla lettura della Sacra Scrittura: essa fu affidata all’abate padovano Giuseppe Pasini. Sin dal 1738 la cattedra di “lingua ebraica e Sacra Scrittura” fu scissa e all’ebraico vennero aggiunte le altre lingue orientali. Il Pasini mantenne l’insegnamento della Sacra Scrittura, mentre fu chiamato alla docenza delle lingue Amedeo Agnesi di Cuneo; questi sostituì il Pasini anche alla cattedra di Sacra Scrittura nel 1745, quando l’abate venne nominato prefetto della Regia Biblioteca Universitaria. Nel 1755, alla morte di Amedeo Agnesi, l’insegnamento delle Sacre Scritture e quello di Lingua Ebraica scomparvero.

Quanto alla collezione di manoscritti ebraici, nonostante il nuovo impulso dato agli studi non è attestata per questo periodo una qualsivoglia politica sistematica di acquisizioni librarie.