Milano Regio Economato ed Exequatur
|
|
Fascicolo 1
|
Memoria, in cui, accennandosi le facoltà spettanti al Regio Economo dello Stato di Milano indipendentemente dal breve Apostolico, e li Capitoli delle Cattedrali per l'amministrazione reciprocamente pretesa dei beni delle risp.ve Cattedrali pendente la loro vacanza; ed il temperamento preso per terminare esse questioni, qual era, che l'Economo deputasse sempre per suo Subeconomo un Canonico dei detti Capitoli: e si conchiude indi non essere detto temperamento adattabile per l'amministrazione de' beni del Vescovado di Pavia situati ne' Stati di S. M., proponendosi per disimpegno, che il tal caso il Capitolo richieda l'Economo Gen.le R.o di prendere l'amministraz.e di d.i beni - |
Fascicolo 2
|
Nota di scritture appartenenti al Regio Economato nello Stato di Milano, e comprovanti l'indipendenza del medesimo dall'Economato Apostolico. Con altra nota d'alcune scritture riguardanti particolarmente l'esercizio del detto Regio Economato nelle vacanze del Vescovo di Pavia - |
Fascicolo 3
|
Ristretto di scritture concernenti le varie deputazioni d'Economi dei vacanti Vescovati di Pavia, Novara, e Vigevano state fatte per parte dei Sovrani di Milano e dai Capitoli di quelle Cattedrali vacanti: relative pure dette scritture al possesso, che i suddetti Economi presero di quei Vescovadi, ed all'ingerenza, ch'ebbero nei beni appartenenti ai medesimi. 1712 - |
Fascicolo 4
|
Proroga dell'assoluzione delle censure fulminate nella Valle di Sesia concessa dal Vescovo di Novara per due mesi con reincidenza, dipendentemente dalla facoltà a lui data a tal fine dalla Santa Sede. 17. di maggio 1712 - |
Fascicolo 5
|
Memoria sovra i provvedimenti, che si danno in Napoli quando qualche Prelato fulmina censure contro Uffiziali della Regia Camera, od altri Commissarj Laici - |
Fascicolo 6
|
Risultato di congresso riguardante quanto si doveva rispondere al Patrimoniale Polto in Milano circa le pretensioni di Roma, che venissero rivocati gli atti fattisi dal Subeconomo Regio delle Provincie, smembrate durante la vacanza del Vescovato di Pavia; riguardante pure quanto detto Patrimoniale doveva a tal fine rappresentare al Governo di Milano; con suggerimento delle parti, che si dovevano fare in Roma su tale particolare - |
Fascicolo 7
|
Parere sulla facoltà spettante a S. A. R. di deputare un Economo Regio, senza il di cui placet nessun benefizio possa prendere il possesso di qualunque benefizio dello Stato, come si pratica nello Stato di Milano. Con copia delle provvisioni, o siano patenti, che S. M. Cattolica suole spedire nella deputazione del suo Economo Regio Generale dello Stato di Milano - |
Fascicolo 8
|
Relazione di varj documenti per provare l'insussistenza delle asserzioni di Roma, che l'Economato Regio di Milano fosse sin dal 1942. stato escluso dall'amministraz.ne de' beni del vacante Vescovato di Pavia, con rivocazione di tutti gli atti dal medesimo fatti nelle vacanze del detto Vescovato, e sostituzione in detta amministrazione di Economi eletti da quel Capitolo. Comprovanti parimente, che mai gli Economi Regj furono obbligati a prendere assoluzione delle censure incorse per aver avuta ingerenza nel Vescovato suddetto; che anzi vi deputarono sempre i Subeconomi, diedero l'exequatur ai provvisti, e di partecipazione del Senato fecero anche nell'ultima vacanza tutti gli atti appartenenti al loro impiego - |
Fascicolo 9
|
Varj consulti del Senato di Milano, voti fiscali, e provvisioni del Governo, affine di conservare il Regio dritto di deputare l'Economo per l'amministrazione de' beni dell'Arcivescovado di Milano vacante per la morte del Cardinale Archinto: con altre anteriori provvisioni, e temperamenti per conservar quel dritto in occasione di precedenti vacanze della detta Mensa; meglio il tutto descritto nell'indice esistente in principio, ch'è il seguente. 1712. 14. aprile = Consulta del Senato, con cui, notificandosi al Governatore di Milano la vacanza dell'Arcivescovado di detta Città per la morte del Cardinale Archinto, ed il dritto Regio di deputare un Economo dei beni, e redditi di detta mensa controverso dagli Ecclesiastici, gli dimanda, se debbasi praticare il temperamento già più volte adoprato di deputare per parte di S. M. lo stesso Economo già a tal fine nominato dal Capitolo. a pag. I. Lettera dell'Economo Generale Visconti, che partecipa alli Sovrintendenti dell'Economato (...) - |
Fascicolo 10
|
Parere della Giunta di Milano contenente I°. Che quel Governo non si era mai dato per inteso delle parti fatte dagli Economi Generali per ottenere il breve Apostolico. 2°. Che quantunque siasi da Roma preteso, che i Regj Economi fossero incorsi nelle censure in materie appartenenti al Regio Economato, sono però sempre li medesimi stati validamente difesi dal Governo, e se ne presero alcune volte l'assoluzione ad cautelam, ciò fu ad insaputa del medesimo. 3°. Che gli atti praticati dal nostro Economo nella vacanza del Vescovato di Pavia non erano insoliti, essendo già nelle antecedenti vacanze stati fatti dai Subeconomi Regj, i quali d'ordine dell'Economo Generale, e colle provvidenze del Senato di Milano, amministrarono sempre gli effetti di quella Mensa; nè potersi da Roma pretendere alcuna ritrattazione dei detti atti, meno incorsa perciò alcuna censura. 4°. Che non si doveva ammettere l'assoluzione (...) - |
Fascicolo 11
|
Memoria inviata da Roma di quanto doveva fare l'Abbate di Lavriano per ottenere il breve d'Economo Apostolico; cioè di rivocare per pubblico istromento tutti gli atti fatti s da lui, che suoi Subeconomi, e passar obbligo di restituire i frutti percevuti dai benefizj vacanti. Con due minute inviate pure da Roma, la prima del detto istromento, l'altra del memoriale da presentare a S. S. per ottenere il breve suddetto. E due lettere contenenti la negoziazione di quanto sovra. 1712 - |
Fascicolo 12
|
Breve di Clemente XI. di deputazione dell'Abbate di Lavriano già Economo Generale Regio in Economo Generale Apostolico nelle Provincie d'Alessandria, Lumellina, Val Sesia, e Valenza smembrate dallo Stato di Milano, ed unite alla R. Corona di Savoja. 12. 7.mbre 1712. Con lettera del Cardinale Paulucci al d.o Economo Generale, in cui gli spiega le intenzioni di S. Santità circa l'esercizio di tal impiego delli 15. detto settembre - |
Fascicolo 13
|
Assoluzione dalle censure, in cui potesse esser incorso l'Abbate di Lavriano per l'esercizio dell'Economato Regio, emanata dall'Arciv.o di Torino Vibò Deleg.o Apos.co. 12. 9.mbre 1712 - |
Fascicolo 14
|
Biglietto Regio, col quale si conferisce all'Abbate di Lavriano l'autorità di provvedere ai raccorsi de' Regolari destinati agl'impieghi, o visite de' loro rispettivi Conventi. 7. gennajo 1713 - |
Fascicolo 15
|
Supplica del Marchese Abbate D. Francesco Moriggia Milanese sporta a S. M. per ottener il placet di potere rinunziare a favore dell'Abbate Giacomo Antonio Moriggia suo nipote li benefizj di S. Lorenzo in Lumello, di S. Giacomo di Gallizia pur in Lumello, ed il Canonicato di S. Invenzio in S. Giorgio - |
Fascicolo 16
|
Relazione dell'Abbate di Lavriano Economo Generale a S. M. di ciò, che seguì ne' suoi Stati pendente la di lui permanenza in Sicilia in ordine alle seg.ti materie Ecclesias.e I. Per riguardo all'Economato Regio. 2. De' rescritti, e provvisioni de' Tribunali forestieri. 3. Delle cose concernenti i Regolari. 4. Degl'abusi in materia di Religione nelle Valli cedute dalla Francia in quella di Luzerna. 15. ottobre 1714 - |
Fascicolo 17
|
Notizie storiche del Regio Economato dello Stato di Milano date dall'Avvocato Generale Zoppi. 3. di novembre 1714 - |
Fascicolo 18
|
Relazione di Steffano Lugano Cancelliere dell'Economato Regio dello Stato di Milano di tutti gli atti da lui praticati come Delegato di quel Senato nella vacanza del detto Economato principiata in 8.bre 1713. per la morte dell'Economo Generale Visconti, e terminata in 9.mbre 1714. coll'elezione dell'Abbate Melzi. 10. X.mbre 1714. Cogli estratti autentici delle carte giustificanti l'esercizio dei medesimi atti - |
Fascicolo 19
|
Breve di Clemente XI. di deputazione del Principe Melzi in Economo Generale Apostolico dello Stato di Milano, ad esclusione de' Paesi smembrati nel 1707. dal detto Ducato. 30. marzo 1715 - |
Fascicolo 20
|
Quesiti fatti al Senatore Caroelli sopra le seguenti materie. I. Se l'Economo debba ritener i decreti di Roma a lui presentati per l'exequatur, i quali dall'annessa relazione compaiono già eseguiti. 2. Se vi spedisce il solito exequatur, o se vi dichiara nulla l'antecedente esecuzione. 3°. Se l'Economo in questi casi chiede le provvidenze del Senato. 4. Quali allora sieno le provvidenze del medesimo. 5. Se il Senato procede contro chi ha fatti eseguire i decreti senza l'exequatur, se contro chi li ha eseguiti, ed il Notajo, che ne stese la relazione, e con quali pene. 6. Se dette pene sono portate da qualche ordine. 7. Se il Notajo, che fa la relazione della copia ai detti decreti, deve esprimere d'aver veduto l'exequatur. 8. Se l'Economo spedisce l'exequatur da per se, o dopo aver consultato il Senato, ed in quale forma. Colle risposte del predetto Senatore a caduno d'essi capi - |
Fascicolo 21
|
Quesiti dell'Economo Generale Regio su' seguenti punti. I. Come debba egli regolarsi rispetto ai benefizj conferiti dagli Ordinarj, o da Roma a persone non Suddite. 2. Come a riguardo delle pensioni da cui sovra riservate sui benefizj curati, massime a fav.e di persone non Sud.e. 3°. Se circa i benefizj di nuova erezione debba seguire lo stile dell'Economato di Milano. 4. Chi debba consultare trattandosi di spedir il Regio exequatur ai decreti, citazioni, ed inibizioni di Roma. 5. Come si debba regolare circa le spese fatte per la riduzione di feudi spettanti alla Mensa di Pavia, e se non debbano pagarsi dalle Regie Finanze. 6. Se le risoluzioni della Giunta in materia d'Economato debbano distendersi nei Congressi, firmarsi dal Capo della Giunta, e sottoscriversi dal Cancelliere dell'Economato. Colle risposte a ciascuno di detti capi apposte (...) - |
Fascicolo 22
|
Risposte date alle seguenti asserzioni della Corte di Roma. I. Che l'Economo Regio, per essere stato unito all'Apostolico, fosse divenuto spirituale e sacro. 2. Che l'Economo Regio avanti il breve Apostolico non avesse alcuna autorità. 3. Che dove non vi è Economo Apostolico, vien egli deputato dal Vescovo. 4. Che l'Economato concesso nella concordia tra Gregorio XIII., e Carlo V. non fosse privilegio del Luogo, ma della Casa d'Austria. 5. Che il privilegio dell'Economato non si estendeva ai possessori de' Paesi smembrati dallo Stato di Milano. 6. Che nello Stato suddetto l'Economato non si estendeva ai beni delle Cattedrali vacanti. 7. Che vacante la Chiesa Episcopale di Pavia, si fosse d'ordine di S. M. R. fatto carcerare il Canonico Belcredi deputato per Economo da quel Capitolo - |
Fascicolo 23
|
Placet dell'Imperatore Carlo VI. Duca di Milano concesso a D. Carlo Marini Maestro di Camera del Papa per l'Abbazia di S. Pietro dell'Olmo. primo maggio, ed 8. luglio 1715 - |
Fascicolo 24
|
Attestato del Cancelliere dell'Economato di Milano circa la tassa degl'emolumenti de' Senatori, e Ponenti dell'Economato quando riferiscono memoriali in Senato sovra la materia Economale ad istanza delle Parti, o fanno decreti eccitatorj, e definitivi. 17. giugno 1715 - |
Fascicolo 25
|
Placet concesso dall'Imperatore Carlo V. a D. Alessandro Maria Litta per l'Abbazia di Santa Maria de Castino di Como. 14. agosto 1715. Coll'interinazione del Senato di Milano. 9. 8.bre 1715 - |
Fascicolo 26
|
Placet concesso dall'Imperatore Carlo VI. all'Arcivescovo di Cesarea Spinola Nunzio Apostolico per l'Abbazia di S. Dioniggi della Città di Milano. 2. ottobre 1715. Coll'interinazione del Senato di Milano delli 3. giugno 1716 - |
Fascicolo 27
|
Memoria rimessa dall'Abbate di Lavriano in ordine alle novità introdotte per parte della Corte di Roma, la quale lasciava ammettere dal suo Nunzio le appellazioni dalle sentenze dei Vescovi, ommesso il Metropolitano residente negli Stati; procurava d'impedire, che le bolle, ed altre provvisioni fossere presentate all'exequatur; ed ingiungeva ai nuovi provvisti una formola di giuramento contraria alla Sovranità, ed ai Regj indulti - |
Fascicolo 28
|
Placet concesso dall'Imperatore Carlo VI. Duca di Milano all'Abbate D. Innocenzio Erba per l'Abbazia della Santissima Trinità nello Stato di Milano, attesa la rinunzia fattane dal Cardinale Gualtieri. 6. maggio 1716. Colla successiva interinazione di quel Senato. 28. detto. - |
Fascicolo 29
|
Parere del Marchese Graneri, Avvocato Generale Zoppi, ed Abbate di Lavriano, in cui si conchiude, che il monitorio Pontificio ottenuto dagli eredi Mazzucchelli per la propalazione degli effetti spettanti all'eredità del fu Tommaso Mazzucchelli, e pubblicato senza il Regio exequatur, poteva senz'altro pubblicarsi I. Perchè riguardava solamente la coscienza, e non materia giudiziaria, nè benefiziaria. 2. Perchè doveva eseguirsi in Alessandria Città smembrata dallo Stato di Milano, dove non si è mai usato di dare a simili monitorj il Regio placet. 16. luglio 1717. Con copia del detto monitorio delli 12. giugno d.o anno - |
Fascicolo 30
|
Parere delli Presidenti Riccardi, e Graneri, ed Avvocato Generale Zoppi, conchiudente non doversi il R.o Economo ingerire nella vacante Arcipretura di S. Salvadore Monferrato, perchè la medesima è dipendente dal Vescovado di Pavia, ed il Regio Economato ristretto allo Stato di Milano. 14. gennajo 1718 - |
Fascicolo 31
|
Memoria del Prete Niccolò Discalzo nominato alla Rettoria di Pavone dal Vescovo di Tortona come V.e Protettore del Collegio Ghislieri circa il rifiuto dell'Abbate di Lavriano d'accordargli il placet per l'intimazione d'un breve, o sia monitorio al Prete Forchesio stato dal Vescovo di Pavia posteriormente nominato alla stessa Rettoria; e sovra la ritenzione fatta dal detto Abbate non solo della copia di quel breve, ma anche del placito già accordatogli avanti la controversia col Forchesio - |
Fascicolo 32
|
Memoriale del Cardinale Cusani Vescovo di Pavia per aver da S. M. il permesso di chiamare a se gli Ecclesiastici suoi Diocesani discoli abitanti ne' Luoghi di sua Diocesi situati negli Stati di S. M., e che tutti li rescritti di sua Curia siano eseguiti senza presentarsi all'exequatur; che li Giudici de' suoi Feudi siano indipendenti da' Magistrati, e per la somministrazione del braccio. Sentimento del Congresso; lettere dell'Abbate di Lavriano, e del Conte Mellarede: e providenze date da S. M. su tali soggetti. 1719. e 1720 - |
Fascicolo 33
|
Bolla del Papa Innocenzo XIII. di collazione d'un Canonicato nella Città d'Alessandria a favore del Prete Gius.e Sardi vacato per la morte nel mese di febbrajo del Canonico Scacalbelli. 16. novembre. 1722. Con lettera del Senato all'Abbate di Lavriano Economo Generale, con cui gli ordina di non concedere il Regio placito al medesimo Provvisto, ed anzi di ritenere le suddette bolle. 27. febbrajo 1723 - |
Fascicolo 34
|
Relazione del Marchese Melzi Economo Regio dello Stato di Milano, nella quale adduce i motivi, per li quali fondato sulla bolla Leonina ha negato l'exequatur al breve ottenuto dal Clero di Ponte Curone d'appellazione da due sentenze conformi del Vescovo, e del Metropolitano, per le quali detto Clero in contradditorio dell'Arciprete del Luogo veniva condannato alla manutenzione di quanto gli restava necessario per la celebrazione delle messe, ed al rimborso al detto Parroco delle cose già somministrate. 30. aprile 1723. Con sentenza del Senato di Milano, che conferma la suddetta negativa del Regio exeuquatur. 9. marzo 1724 - |
Fascicolo 35
|
Supplica del Chierico Antonio Volta per ottenere dall'Economo Generale Regio il placet per prendere il possesso della Cappellania sotto il titolo della B. V. dell'Uscetto nuovamente eretta nella Cattedrale d'Alessandria, e di Padronato del Capitolo. 15. marzo 1725. Col parere del detto Economo, che quantunque le nuove erezioni di benefizj sembrino diminuire il numero de' Sudditi, convenga però alla Regia giurisdizione, che si fondino piuttosto nuovi benefizj, che legati pii perpetui; epperciò si potesse concedere il Regio placet al Provvisto, ch'era Suddito, con che passasse sottomessione con sigortà Laico di pagar le taglie, e non declinare dal foro. 16. marzo 1725. E lettera del Vescovo d'Alessandria al Conte Mellarede, in cui informa, che nello Stato di Milano non si frappone alcuna difficoltà per l'erezione de' nuovi benefizj. 22. luglio 1725 - |
Fascicolo 36
|
Formola del placet per il Vescovo d'Alessandria Carlo Vincenzo Ferrero diretto all'Economo Apostolico Regio; con copia della supplica p.ntata a S. M. da d.o Vescovo a quest eff.o. 25. 9.mbre 1727 - |
Fascicolo 37
|
Declaratoria del Senato di Piemonte d'insussistenza, ed abuso d'un editto dell'Inquisizione di Pavia pubblicatosi nella Lumellina senza l'exequatur. 13. luglio 1728 - |
Fascicolo 38
|
Lettere dell'Abbate di Lavriano Economo Apostolico Regio di Delegazione al Subeconomo per dare il possesso della Parochia di S. Andrea del Luogo di Bazaluzio al Prete Nicolò Grumello provvisto. 10. 9.mbre 1728 - |
Fascicolo 39
|
Carta Reale dell'Imperatore Carlo VI. Duca di Milano prescrivente la regola da osservarsi nel concedere il Regio exequatur delle bolle di pensione sopra i benefizj dello Stato di Milano. 18. febbrajo 1730 v. infra al n. 43 Lettere 1730 - |
Fascicolo 40
|
Notizie trasmesse da Milano dal Cavaliere Castelli, accompagnate con lettere, sulla materia dell'Economato di Milano relativamente agli usi di quello Stato, secondo i quali si dice fra le altre cose, che l'Economo nel dare il possesso di qualunque benefizio non s'ingerisce mai nello spirituale. Con ristretto di dette lettere. 2. a 28. marzo 1730 - |
Fascicolo 41
|
Parere del Procuratore Generale Caissotti in occasione, che per la morte dell'Abbate di Lavriano vacava il Regio Economato. Vi si dice potersi in due maniere provvedere all'esercizio di quell'Impiego. I. Con nominarsi da S. M. un altro Economo Regio, il quale anche prima d'aver ottenuto il breve d'Economo Apostolico esercitasse la Regalia del Regio Economato, senza mischiarsi in ciò, che riguarda lo Spirituale, ed Ecclesiastico. 2. Con deputarsi provvisionalmente dal Senato il Cancelliere dell'Officio, per esercire l'Economato in tutte le sue parti, come fu praticato in Milano. Venendosi dopo varj riflessi a conchiudere, che più convenga il primo spediente. 1730 - |
Fascicolo 42
|
Memoria comprovante, che la pretensione di Roma, che l'economia de' frutti de' benefizj vacanti appartenga all'Economato Ecclesiastico, non possa adattarsi nello Stato di Milano, dove non si è mai introdotta a favore della Camera Apostolica la ragione de' spoglj, e dei vacanti - |
Fascicolo 43
|
Lettere dell'Abbate di Lavriano Economo Apostolico Regio al suo Subeconomo in Alessandria per dar il possesso al Chierico Guaschi della Cappellania di Sant'Antonio eretta nella Capella di S. Perpetuo nel Borgo di detta Città, di cui è stato provvisto da quella Curia. 1730 - |
Fascicolo 44
|
Sentenza del Senato di Milano, che in seguito a relazione dell'Economo Regio Melzi manda concedersi l'exequatur ad una citazione della Signatura di Giustizia di Roma emanata per conoscere sovra la sussistenza, indi fare seguir la commissione in partibus di due appellazioni interposte nella causa vertente avanti la Curia Metropolitana di Milano tra li Canonici Seniori, e Iuniori di S. Steffano, che volevano dai primi impedirsi di Congregar il Capitolo per trattar negozj spettanti al medesimo. 31. giugno. 1732. Con lo stile accennato dal detto Economo in sua relazione, che non suole negarsi il placet alle citazioni del detto Tribunale della Signatura, quando solo si tratta di conoscere delle appellazioni, commissioni, ed altri preliminari, senza evocar la causa principale a Roma - |
Fascicolo 45
|
Lettere delli Senatori Colla, ed Olivazzi di Milano al Marchese d'Ormea riguardanti principalmente l'esercizio del Regio Economato. 20. marzo 1734 - |
Fascicolo 46
|
Parere delli Primo Presidente Caissotti, e Primo Riferendario Bogino sovra il dritto de' Sovrani dello Stato di Milano di far esercire la Regalia del Regio Economato anche indipendentemente dall'autorità Pontificia; e la ragione competente a S. M. di rimuovere il Principe Melzi Economo attuale di quello Stato, e nominare altro Soggetto per esercir detto Uffizio provvisionalmente senza breve Apostolico, suggerendosi però, che, per togliere ogni appiglio alla Corte di Roma, debba chi sarà surrogato da se ricorrere per detto breve, venendosi con tal passo a giustificare il procedimento s in caso di concessione, che di rifiuto; e ciò nell'occasione, che detto Stato era occupato dalle armi di S. M., e de' Gallispani. 15. aprile 1734 - |
Fascicolo 47
|
Voto del Fisco, e sentenza del Senato di Milano, per quali viene considerata veramente beneficiaria la causa vertita nella Curia di Lodi, e poi avanti il Metropolitano, tra due Compatroni con intervento de' loro rispettivi presentati, sovra la pertinenza del Padronato della Cappellania di S. Orsola di Castiglione; e quindi a' termini dell'indulto di Leon X. potersi rimettere fuori del dominio, e concedere l'exequatur alla citazione della Signatura di Giustizia ottenuta in grado d'appello dal presentato dalla parte succombente. 10. X.mbre 1736. 14. gennajo 1737 - |
Fascicolo 48
|
Ordine del Governatore di Milano, per cui si dichiara nullo, ed attentato ogni, e qualunque atto fatto dall'Economato Regio di Tortona intorno alle Chiese di Fabbrica, S. Sebastiano, e Terre affrancate del Principe Doria Landi dipendenti dall'alto Dominio di S. M. C. C. Duca di Milano. 31. m.zo 1738 - |
Fascicolo 49
|
Dimanda fatta dal Duca di Fiano di poter godere la pensione statagli rassegnata dal Cardinale Ottoboni su la Prevostura di S. Gioanni del Cappuccio d'Alessandria, non ostante la di lui qualità di forastiere. 1740. E varie notizie, e dispaccj Reali trasmessi da Milano a riguardo degli usi di quel Ducato circa il concedere agli esteri li benefizj, e pensioni sovra i medesimi riservate - |
Fascicolo 50
|
Dichiarazione fatta dal Senato di Milano ad istanza del Monastero di Sant'Agnese di Novara, che tanto presso il detto Senato, quanto nell'Uffizio dell'Economato è in piena osservanza l'indulto di Leone X. particolarmente nei due capi; che si debbano eseguire le due sentenze conformi; e che le cause si debbano commettere nello Stato. primo 7.mbre 1742 - |
Fascicolo 51
|
Voto del Fisco, e sentenza del Senato di Milano, coi quali si nega l'exequatur ad una citazione della Signatura di Giustizia ottenuta dalla Contessa Meli Lupi, per la quale contro l'indulto di Leone X. viene indirettamente ad evocarsi in Roma la cognizione della validità d'una sentenza data dal Metropolitano in grado d'appello da un'altra del Vescovo di Cremona, quando detta cognizione a tenor del medesimo indulto doveva commettersi in partibus. 18. X.mbre 1742., e 22. agosto 1743 - |
Fascicolo 52
|
Lettere Reali, perchè si neghi il placet a tutte le rinunzie in favorem, coadjutorie, o permutazioni di benefizj senza causa legittima, e non si paghino pensioni a forest.ri. 25. ap.le 1744 - |
Fascicolo 53
|
Sentimento del Primo Presidente Conte Caissotti sovra le insinuazioni fatte dal Conte di Rivera alla Dataria, affinchè nelle Provincie smembrate dallo Stato di Milano non venissero più dalla medesima spedite provvisioni di benefizj, e pensioni su di essi a favore di persone, che non fossero native delle stesse Provincie. 1746. Con lettera della Segreteria di Stato di commissione al medesimo Conte di far le suddette insinuazioni. E risposta di questo, in cui fa diversi riflessi contro dette insinuazioni. E di più una memoria del Cancelliere dell'Economato di Milano riguardante gli usi di quello Stato nell'ammettere le provvisioni di benefizj, e pensioni a favore di persone estere - |