Il catasto geometrico-particellare sabaudo settecentesco, o catasto antico, affianca la rappresentazione cartografica (mappe) rilevata con criteri di omogeneità e di alta precisione tecnica agli elenchi descrittivi delle proprietà (registri catastali). L'impresa, voluta da Vittorio Amedeo II nel quadro di una vasta politica di razionalizzazione e rafforzamento dello Stato, diretta tra l'altro a limitare i privilegi e le immunità nobiliari ed ecclesiastiche, prende l'avvio il 14 maggio 1698 con la misura generale dei territori delle comunità, seguita dalla valutazione globale dell'attitudine dei beni a produrre reddito, coronata infine dalla redistribuzione del carico fiscale tra le comunità (perequazione generale). Si veda Guida generale degli Archivi di Stato, vol. IV, pagg. 597-599.