3 aprile 1944: la strage di Cumiana

Il 2 aprile 1944 i nazisti presero in ostaggio 150 civili di Cumiana fucilandone 51 il giorno successivo.
Il 13 maggio da un aereo tedesco fu lanciato sul paese un volantino propagandistico che cercava di giustificare l’accaduto

Il volantino tedesco che cerca di giustificare la strage di Cumiana (ASTo, Corte, Archivio Falzone, mazzo 1)

Anche l’Archivio di Stato di Torino aderisce alla campagna #iorestoacasa!. In questi giorni difficili in cui è necessario un atto di responsabilità collettiva l’Archivio di Stato di Torino presenterà sul sito web e sulle sue pagine social alcuni documenti esemplificativi del suo ricchissimo patrimonio documentario di oltre 83 chilometri lineari.

Il 3 aprile 1944 a Cumiana, una cittadina non lontano da Torino, cinquantuno civili su centocinquanta tenuti in  ostaggio vengono trucidati per rappresaglia da militari tedeschi e della Repubblica Sociale Italiana presso la cascina Riva di Caia.

L’efferatezza della strage segna profondamente l’opinione pubblica e una parte degli stessi ambienti fascisti repubblicani torinesi, tanto da indurre i tedeschi a pubblicare, circa un mese dopo, un volantino propagandistico oggi conservato dall’Archivio di Stato nel fondo archivistico del comandante partigiano Giuseppe Falzone.

All’alba del 1 aprile i partigiani della vicina Val Sangone attaccano un reparto di quaranta uomini delle cosiddette “SS italiane”, che si erano fermate a presidio di Cumiana dopo un’azione di rastrellamento. Al termine dello scontro, che porta alla morte di un partigiano e di un fascista, trentadue “SS italiane” e due sottufficiali tedeschi si arrendono e vengono fatti prigionieri.

Il verso del volantino tedesco che cerca di giustificare la strage di Cumiana (ASTo, Corte, Archivio Falzone, mazzo 1)

La risposta nazifascista è spietata: nel pomeriggio del 1 aprile reparti tedeschi e fascisti danno alle fiamme diverse abitazioni di Cumiana e prendono in ostaggio tutta la popolazione maschile, 150 civili, concentrati presso l’Istituto Salesiano di Cascine Nuove, ponendo ai partigiani un ultimatum per la restituzione dei prigionieri entro le 18 del 3 aprile, pena l’esecuzione degli ostaggi.

I partigiani decidono di accogliere l’ultimatum. Ma quando la loro delegazione giunge a Cumiana la strage è già avvenuta e cinquantun uomini sono stati barbaramente trucidati. Infatti i tedeschi, per ragioni ancora oggi non del tutto chiare, decidono di procedere con le esecuzioni prima della scadenza dell’ultimatum; inoltre la delegazione partigiana arriva con 30 minuti di ritardo per un guasto al suo mezzo di trasporto. Le trattative dei giorni seguenti portano alla salvezza dei restanti ostaggi, un centinaio, in cambio dei prigionieri nazifascisti.

Il volantino elaborato dagli uffici di propaganda tedeschi circa un mese dopo  si apre con un titolo a caratteri cubitali, “La verità su Cumiana”, e con una domanda retorica, nella quale il tono propagandistico assume l’aspetto dell’ironia, per concludersi con una frase che pare sintetizzare in maniera epigrafica la ferocia dell’ideologia nazi-fascista: “Adesso basta! Alle violenze distruttive del banditismo rispondiamo con la violenza salutare dell’ordine”.

In mezzo, una serie di notizie false, contraffatte od edulcorate che, per fornire una sorta di giustificazione ad un eccidio di civili talmente spietato da aver perfino scosso la coscienza di molti fascisti repubblicani, costruiscono una realtà parallela e distante dal reale svolgimento dei fatti: per l’appunto “La verità su Cumiana”.

CREDITS

La scheda qui presentata è stata elaborata da Edoardo Garis