Libro delle Signore Sorelle della Compagnia dell’Humiltà, 1590-1638.

Già collocato nella Biblioteca Antica dell’Archivio di Stato di Torino, ora è conservato in Corte, Materie ecclesiastiche, Luoghi pii di qua dai monti, Luoghi pii per paese (comuni e borgate dalla A alla Z), mazzo 219.

Storia di una compagnia femminile a Torino tra età moderna e contemporanea

B. Alice Raviola, Università degli Studi di Milano

Il Libro delle signore sorelle della Compagnia dell’Humiltà è un registro legato in pergamena con un’immaginetta del Sacro cuore sulla coperta, composto da 136 carte, munito di Indice e compilato solo in parte. L’arioso frontespizio e la cancelleresca delle prime pagine trovano pieno riscontro nella data di apertura, il 18 novembre 1590; il termine ad quem, suggerito anche da una scrittura notarile più rapida e disordinata, è il 1638. Vi compaiono dapprima alcuni nomi abbinati a cariche specifiche e in seguito, per i decenni iniziali del Seicento, qualche breve descrizione corredata anch’essa da nomi e date.

Frontespizio del Libro delle signore sorelle della Compagnia dell’Humiltà (ASTo, Sezione Corte, Materie ecclesiastiche, Luoghi pii di qua dai monti, Luoghi pii per paese (comuni e borgate dalla A alla Z), mazzo 219)

Frontespizio del Libro delle signore sorelle della Compagnia dell’Humiltà (ASTo, Sezione Corte, Materie ecclesiastiche, Luoghi pii di qua dai monti, Luoghi pii per paese (comuni e borgate dalla A alla Z), mazzo 219)

Di chi sono questi nomi? Quali le cariche?
Si tratta esclusivamente di nomi di donne e per lo più di donne nobili: le affiliate alla Compagnia dell’Umiltà di Torino sotto il titolo di Santa Elisabetta d’Ungheria, la cui festa nel calendario cade il 17 novembre, il giorno precedente alla prima registrazione delle iscritte.

Proprio il Libro è stato lo strumento grazie al quale si è scoperta l’esistenza del sodalizio femminile, la punta dell’iceberg di un importante cantiere di ricerca che ha permesso di ripercorrerne l’attività fino agli albori del secolo XX. Perché la Compagnia, sorta intorno agli anni Settanta del Cinquecento, attraversò indenne non solo l’intero Antico regime, bensì l’età napoleonica e l’Ottocento liberale, vedendo fra le sue socie le principesse di Casa Savoia, le due Madame Reali, numerose dame di corte e varie esponenti dell’élite sabauda. Le Umiliate si congregavano in occasione di importanti processioni organizzate dalla corte e dalla città di Torino e svolgevano per lo più attività caritativa verso i poveri e gli ammalati, con una particolare sensibilità per l’erogazione di doti a vantaggio di fanciulle indigenti in età da marito. A testimonianza del loro stretto connubio con la corte ma anche con la Compagnia di San Paolo di Torino – molte consorelle erano mogli, figlie, sorelle di confratelli paolini – l’Umiltà aveva il suo altare presso la chiesa dei Santi Martiri, antistante quello dell’ente maschile e ornato dalla statua dell’Immacolata concezione di Tommaso Carlone tuttora visibile. Le socie contribuirono infatti notevolmente alla promozione del culto mariano, seguite da padri spirituali gesuiti ma non solo.

Il Libro ci informa sulle prime iscritte alla Compagnia e sui loro compiti all’interno di essa: «priora», «tesoriera», «infermiera», «sacrestana», le qualifiche rispecchiavano una struttura verticistica e a rotazione del tutto analoga a quello di istituzioni maschili equivalenti. Talora, a margine delle carte del registro, è specificata la data esatta di ingresso di una consorella, mentre una croce accanto al nome indica la morte di una di loro; da altre fonti conservate presso l’Archivio arcivescovile di Torino sappiamo che per ogni defunta la Compagnia celebrava numerose messe in suffragio raccogliendo quote ad hoc.

In un momento in cui la gender history non solo si è pienamente affermata, ma sta dialogando con la Public History e più in generale con l’opinione pubblica, fonti come queste contribuiscono a far luce sul ruolo delle donne e sulla loro capacità di animare circuiti relazionali e devozionali dotati di forte autonomia.

Quaderni dell’Archivio Storico della Compagnia di San Paolo

Per questo la storia dell’Umiltà, assai debitrice a questo registro per metà intonso eppure così suggestivo, è stata ricostruita in un libro ricco di apporti interdisciplinari: A. Cantaluppi, B. A. Raviola (a cura di), L’Umiltà e le rose. Storia di una compagnia femminile a Torino tra età moderna e contemporanea, Olschki, Firenze 2017 (Quaderni dell’Archivio storico della Compagnia di San Paolo, nuova serie – 1).

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