Omicidio colposo, con sparo di pistola, di Costanzo Marco; avere scagliato pietre contro il tetto della casa di Giovanni Mattalia dove erano riuniti gli ufficiali di giustizia per fare dei testimoniali di ferite, costringendoli ad uscire e a suonare la campana a martello per farlo arrestare; avere impugnato una pistola contro gli ufficiali di giustizia; avere proferito minacce contro il notaio Giovanni Battista Fabre, luogotenente giudice di Peveragno; perturbatore della pubblica quiete andando in giro di notte urlando imprecazioni contro tutti