Reato
Collusione, in qualit di procuratore fiscale di Zerbolo, con Giuseppe Negro inquisito di omicidio di Giovanni Battista Mangiarotto ed aver cos prevaricato ai danni della giustizia; essere uomo torbido, inquieto, mantenitore di discordie, aver fatto porgere a S.M., sotto nome del prete Giovanni Francesco Biancone ma all'insaputa di questi, una rappresentanza contro il giudice, comunit ed altri particolari; aver fatto arrestare Bartolomeo Bozzo, accusato di resistenza alla giustizia verso il Tribunale di Alagna, facendolo rilasciare il giorno dopo con decisione autonoma; aver fatto levare di sua propria autorit 6 sacchi di mistura del mastrone del mulino di Dorno, di cui era mugnaio Giovanni Battista Camparo, facendo consegnare detta mistura ai fratelli Angelo Maria e Giuseppe Marconi, fittavoli del mulino, per un supposto loro credito verso il mugnaio; essersi appropriato di alcuni vestiti, denari ed altre robe ritrovate nell'abitazone di Giovanni Domenico Scottino; aver fatto rilasciare un giovane arrestato erroneamente in una cascina ma trovato in possesso di coltello proibito, trattenuto e fatto smorzare dall'inquisito; aver lusingato Antonio Lanfranco, dicendosi intimo amico dell'intendente generale di Alessandria, il quale lo aveva fatto esimere dal pagamento del carico personale, mediante un regalo di 200 libbre d'uva; aver fatto suonare le campane in segno di festa al momento della partenza di Giuseppe Sinesio, ricevidore dei diritti di Dorno; avere esatto una doppia da Giovanni Antonio Rho sotto pretesto di rimetterla al podest di Alagna perch ricevesse e rimettesse in tempo la consegna delle granaglie al padre Dionigi Antonio Rho; sospetto di spionaggio a favore del nemico mentre esercitava la carica di capitano di una Compagnia delle Milizie; essere stato causa del personale arresto del sindaco generale della Lomellina Leardi; avere asserito in Congrega di Consiglio, con scandalo dei presenti, che l'anima di suo padre era all'inferno a causa di un falso attestato da lui fatto; aver alterato, come esattore dell'estimo, a danno di qualche particolare, la somma del debito; non avere, in qualit di scrivano della comunit di Gropello e di procuratore fiscale, inserito negli atti relativi a Carlo Branchio, arrestato e poi fuggito, la detenzione di coltello proibito e di un fucile e pistola; spacciandosi per cerusico, aver fatto fedi false a favore di quanti erano chiamati a svolgere servizio nel Reggimento Provinciale di Vercelli per esentarli dal servizio; aver milantato di avere contatti con vari ministri di Torino e di godere del loro favore, ottenendo da diversi particolari commisisoni andate poi deluse
Pena
Privazione di Procuratore dell'Ufficio fiscale di Gropello e divieto di esercitare tale ufficio in futuro, con indennizzo dei danneggiati e diritto del mugnaio Giovanni Battista Camparo di rivalersi in sede civile e pagamento delle spese, per i primi 6 capi di imputazione; inibizione di ogni ulteriore molestia e pagamento delle spese per tutti gli altri capi