Reato
Complicit in un colpo di arma da fuoco in un finestrino della casa dei coniugi Filippo e Maria Pollitano, osti; complicit, in compagnia di Bartolomeo Dutto, in 2 colpi di arma da fuococontro Maria Pollitano e colpo di archibugio contro Filippo Ravera, con 3 ferite giudicate sanabili ed una giudicata grave e risanata solo dopo alcuni mesi; aver preteso, in compagnia del Dutto, dai fratelli Stefano e Michele Menardi la somma di 10 doppie o 50 emine di frumento, con averne scritto a tal fine biglietto al parroco della regione de Trueli nella citt di Cuneo; pretesa estorsione, ossia ricatto, di 60 lire al medico Sebastiano R suo fratello, con minacce tali da far fuggire il medico dalla sua abitzione a Beinette e rifugiarsi a Cuneo; complicit con Simone Maccagno, bandito catalogato di morte, nella grassazione in casa e ai danni di Sebastiano Priero, con maltratamenti del Priero che era a letto ammalato e furto di un fucile, falcetta e di una borsa presa sotto il capezzale con dentro 12 lire; complicit nel furto, con asportazione di molti e considerevoli effetti di lingeria, pezzi di tela, granate, dorini, croci d'argento, anelli d'oro e altre cose dalla casa del prete Don Filippo e di suo fratello Francesco Musso, con rottura d'uscio e di banconi e con percosse e minacce a Francesca Maria, sorella dei Musso; ranzone commesso in compagnia di Simone Maccagno ai danni di Carlo Borgna, il quale intimorito dalle minacce di morte ed incendio della sua casa da parte del R, fu costretto a sborsare la somma di 105 lire al prete Don Giovanni Gandolfo, il quale fu poi costretto a versare di tasca sua le 5 lire mancanti al Borgna; associazione con i banditi catalogati Simone Maccagno detto Gallin, Barotolomeo Dutto detto Battaglino ed altri tutti armati; essere decaduto dal beneficio del generale indulto 28 gennaio 1734 relativo a: omicidio di Giovanni Domenico Vassallo senza alcun previo contrasto e causa; omicidio bestiale e senza causa di Domenico Carogna detto Birone; grassazione violenta in compagnia di altri malviventi, parte dei quali mascherati, tutti armati, e con minacce di morte, in casa e ai danni dei coniugi Cristoforo e Caterina Berruti, con esportazione di denari, lingerie ed altri effetti del valore di 400-500 lire; stupro ed adulterio violentoe con armi alla mano di Cecilia Maria, moglie di Pietro Bersezio, gravida di 5 mesi, nella casa di lei e in assenza del marito, con 3 compagni; 2 stupri ai danni di Lucia Viretta e Antonia Botassa, ragazze nubili, la prima introdotta con l'inganno a casa dell'inquisito, la seconda sulla pubblica strada; colpo d'arma da fuoco contro un religioso, senza offesa; diversi altri colpi di arma da fuoco insieme a molti altri malviventi dalla parrocchia di Peveragno, dove l'inquisito era ricoverato per fuggire ai Dragoni di Sua Maest; essere decaduto dal beneficio della regia Grazia 26 settembre 1738 per l'omicidio di Giuseppe Revello
Luogo e data reato
Peveragno, Cuneo, Beinette, Pianfei, Pesio, Chiusa 1719-1739
Pena
Decadenza dall'Indulto e dalla Grazia, pubblica impiccagione, il cadavere diviso in quarti da affiggersi nei luoghi soliti, precedente tortura per conoscere la verit sui complici, indennizzo dei danneggiati e pagamento delle spese