Storia archivistica
Il fondo fu donato all’Archivio di Stato, a nome della famiglia, dall’ammiraglio Vito Piscitelli Taeggi, marito di una delle figlie di Carlo Compans, Gabriella. Pervenne in Archivio di Stato in due tranches, nel 1961 e nel 1963.
L'archivio famigliare risulta diviso in 14 categorie. Il nucleo essenziale è costituito dalle categorie 4 e 6, relative rispettivamente a documenti riguardanti singole persone e a documentazione sui beni patrimoniali. Dalle annotazioni riportate sui documenti e dagli antichi inventari risulta infatti una netta distinzione fra la documentazione relativa all'attività economica e le carte strettamente personali. Le due categorie rispecchiano pertanto l'originale classificazione.
L’archivio Compans di Brichanteau. Politico è invece un insieme documentario assai articolato, composto in buona misura dagli atti prodotti dal marchese Carlo Compans di Brichanteau nel corso della sua intensissima attività politica a livello sia centrale sia locale, e protrattasi dal 1876 al 1919. La confusione delle carte al momento del versamento denotava la cattiva conservazione
delle medesime nel periodo intercorso tra la morte del Compans e la consegna in Archivio di Stato. Solo parte della documentazione era inserita in una trentina di scatole originali in legno, foderate in carta e in cattive condizioni, riportanti un’etichetta autografa del Compans, non sempre però corrispondente al contenuto documentario. La documentazione fu in seguito condizionata in centocinquanta mazzi. La schedatura ha evidenziato l’intento del soggetto produttore di dare un’organizzazione alla documentazione maggiormente funzionale allo svolgimento delle sue molteplici attività, come testimoniano non solo le cassette corredate da etichette originali, ma anche i molti fascicoli dotati di fascette riportanti una brevissima descrizione del contenuto, le molte buste o le cartelline, anche riciclate, contenenti documenti smistati o da smistare, con la descrizione di suo pugno. Prima della schedatura le serie sopracitate si presentavano disaggregate e distribuite in maniera
causale all’ interno dei mazzi. Sulla base delle segnature originali e della peculiarità della documentazione è stato possibile ricostruire le serie.