Soggetto produttore
Renato Cordero Lanza di Montezemolo nacque a Roma il 10 gennaio 1903, secondogenito del marchese Demetrio, di antica nobiltà piemontese, e di Luisa Dezza.
Nello stesso anno si trasferì con la famiglia a Torino, per ragioni legate alla professione del padre, generale di brigata del Regio Esercito. In questa città Renato trascorse la propria infanzia e la giovinezza.
Dopo aver conseguito la licenza ginnasiale, tra il 1918 e il 1919, in aderenza alle tradizioni della famiglia, che annoverava tra i suoi membri numerosi militari, divenne allievo presso la Regia Accademia navale di Livorno, avviandosi ad una lunga e assai articolata carriera nella Marina, che gli permise di raggiungere il grado di capitano di vascello.
Durante il periodo di servizio poté comunque completare i propri studi universitari, a Torino, dove si laureò in Giurisprudenza, nel 1923, e successivamente, nel 1933, in Lettere.
Partecipò al secondo conflitto mondiale e, nella sua fase conclusiva, alla Resistenza, dove affiancò il fratello maggiore Giuseppe, colonnello dell’Esercito e coordinatore del Fronte militare clandestino a Roma, assumendo il ruolo di intermediario con il corrispondente Fronte della Marina, alla quale aderì.
A guerra terminata, grazie al clima di ripresa dell’economia nazionale, si impegnò come intermediatore d’affari, mettendo così a frutto le proprie competenze e conoscenze personali nonché la possibilità di risiedere quasi permanentemente a Parigi. Tra gli anni 1946-1950 ebbe infatti rapporti con numerose aziende italiane, prevalentemente piemontesi (come la nota produttrice di liquori e bevande alcooliche Carpano), che si avvalsero di lui per favorire l’ingresso dei propri prodotti nel mercato francese.
Particolarmente duraturo fu il rapporto con l’ingegnere Dino Lora Totino: imprenditore dalle molteplici attività, noto costruttore di teleferiche alpine. Questi lo coinvolse nell’organizzazione del gruppo di interesse italiano costituitosi per la promozione e la realizzazione del traforo del Monte Bianco, denominato Sindacato tecnico finanziario, affidandogli poi, dopo la costituzione di altri due equivalenti sindacati con sedi a Parigi e Ginevra, l’incarico di segretario generale per l’Italia e la Francia.
In tale veste Renato Cordero di Montezemolo seguì per più di un decennio le vicende del Traforo, svolgendo un importante attività di collegamento e mediazione tra le varie componenti, politiche, economiche e tecniche che furono via via coinvolte nel progetto, concretizzatasi praticamente nella: ‹‹Preparazione di tutte le riunioni intergovernative, la redazione di oltre diecimila lettere, studi e rapporti [...]. Trattative... ››.
Contemporaneamente partecipò ad altre iniziative imprenditoriali di Lora Totino, legate in qualche modo al Traforo, come la Compagnie d’entreprises du Mont Blanc (CEMB), costituita a Parigi nel 1948 con lo scopo di promuovere il turismo e le attività economiche in Francia.
Tuttavia, l’atteggiamento spregiudicato dell’ingegnere nella conduzione dei propri affari se non intaccò il buon andamento del progetto del Monte Bianco, che si concluse nel 1957 con la costituzione di una società di gestione e, due anni dopo, con l’avvio dei lavori di costruzione della galleria, corrose in qualche modo il rapporto tra questi e Renato, che intentò contro Lora Totino un contenzioso legale per ottenere in restituzione quote di capitale investito nell’impresa del Traforo. Entrambi poi cercarono di rivestire un ruolo nel consiglio di amministrazione della società di gestione di cui si è fatto cenno, la Società italiana per il Traforo del Monte Bianco, e, per Renato, anche nella corrispondente società francese (costituita nel 1958), proponendo la loro candidatura come compensazione per tutto il lavoro svolto a favore dell’importante infrastruttura.
Ma le decisioni prese in merito da parte delle due società non furono, probabilmente, risolutive.
Negli ultimi anni della sua vita continuò a seguire le attività imprenditoriali create per sfruttare l’effetto trainante del Traforo, specialmente indirizzate alla costruzione di teleferiche e altre infrastrutture transfrontaliere, rivestendo in parallelo, come già in passato, ruoli di consulente per aziende diverse e di revisore contabile presso istituzioni italo francesi.
Renato Cordero Lanza di Montezemolo morì a Torino nel 1967.
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