Reato
Complicità nella rottura della porta della bottega dei fratelli Agnelli; furto di grano, canapa, fave, sacchi vuoti, meliga, un lenzuolo di tela ordinaria, aglio, carne di vitello ai danni del suo padrone Giuseppe Ruscazio, di Giuseppe Rato, Francesco Oddono e dei coniugi Rasetti; essersi introdotto con chiave falsa nel pubblico macello di Pancalieri; ritenzione in casa di 2 chiavi false e di un altro ferro, detto volgarmente criche, adatto per aprire serrature semplici; essere diffamato di essere ladro, ozioso, dedito alle osterie e ai giochi e come tale già definito dalla comunità di Pancalieri in esecuzione del Regio Editto 31 gennaio 1750; spergiuro per essersi cambiato nome, cognome e patria nella deposizione fatta a favore del Fisco di Pancalieri; già inquisito per complicità nel furto di grano e meliga, lingerie e 250 lire ai danni del conte Verasis e di Carlo Francesco Bianco e condannato in contumacia a 5 anni di galera