Reato
Avere preso per i capelli, gettato a terra, morsicato un dito e ferito con colpi di coltello Massimo Maffè e la moglie Giovanna, mentre cercava di disarmarlo, poi con minacce avere sparato con un fucile dentro l'abitazione, ferendo il figlio Giovanni Felice Maffè con granelli di dragea, e infine avere cercato di incendiare il loro pagliaio; avere minacciato con fucile alla mano e parole improprie suo zio Giovanni Merlo; avere minacciato con pistola alla mano e parole ingiuriose Tommaso Birocco, ferendolo con una pietra; essere già stato processato per insulti, affronti e ferite a diverse persone, abituato ad offendere con abuso di armi; avere strapazzata e percossa con pugni sua madre Margherita, cercando di ferire con una sciabolata lei e suo fratello Matteo Baudino; avere sparato in collera con un fucile contro sua moglie, che teneva un bambino in braccio, senza ferirla cercando poi di percuoterla; complicità nel lancio di pietre contro la vedova Paola Sagnò, il prete Candello e Francesco Verolfo, rimasto ferito, e avere sparato con un'arma da fuoco contro di loro; avere rotto il capo, senza causa proporzionata, a un calzolaio
Luogo e data reato
Verolengo; Saluggia 1761, gen. 22-23; 1757, set. 14; 1755, set. 8
Pena
Per minacce a Birocco, lancio di pietre e aver rotto il capo: inibizione di ogni ulteriore molestia senza pagamento delle spese; per ferite, minacce e spari di armi da fuoco: bando da Verolengo e dalla provincia del commesso delitto per 5 anni, indennizzo a Maffè e pagamento delle spese