La Cartografia storica è una risorsa online dove consultare il patrimonio cartografico dell’Istituto: le raccolte topografiche, mappe e tipi, album e disegni, i catasti (Sabaudo, Teresiano, Francese, Rabbini), migliaia di immagini che disegnano non solo il territorio piemontese, con le sue trasformazioni lungo nove secoli di storia, ma l’intero globo terrestre, con rappresentazioni di terre lontane e città dall’altra parte del mondo, rimarcando anche il valore politico-ideologico della mappa come strumento di comprensione e dominio intellettuale sulla realtà.

La cartografia durante il regno sabaudo ha rivestito sempre un’enorme importanza come testimonia il nesso strettissimo che lega l’attività di governo con i documenti topografici e corografici e lo straordinario sviluppo della cartografia tra Cinque e Ottocento.

LA CARTOGRAFIA IN PIEMONTE

Fin dalle origini la rappresentazione grafica del territorio, che unisce il disegno tecnico e i gusti più pittorici, pur nascendo con specifici scopi di tipo militare viene utilizzata per fini diversi, come dimostra la produzione di carte a grande scala il cui compito è quello di consentire la massima flessibilità d’uso. Rientrano in questa tipologia le mappe settecentesche quali la Carta generale de’ stati di Sua Altezza Reale realizzata nel 1680 da Tommaso Borgonio (una copia è oggi conservata alla Biblioteca Reale di Torino) dopo numerose campagne di rilevazione sui luoghi e i cabrei, documenti di committenza non statale, che delineano terreni e beni immobili di spettanza a grandi proprietari laici o ecclesiastici.

Nelle Sezioni Corte e Riunite si conservano non solo mappe e carte topografiche, ma anche disegni, planimetrie e studi che allargano il campo della cartografia per raggiungere una grande varietà di rappresentazioni grafiche.

L’importanza della cartografia durante il regno sabaudo trova riscontro, inoltre, nella formale istituzione nel 1738 di un Ufficio degli ingegneri topografi in cui vengono consolidati i risultati di una lunga tradizione cartografica che affonda le sue radici nei due secoli precedenti.

Nel corso dei secoli, ed in particolare nel XVIII e XIX, l’evoluzione maggiore si riscontra nella cartografia civile che diventa un vero e proprio strumento a supporto dell’attività di governo finalizzata alla risoluzione di specifici problemi quali la regolamentazione dell’uso delle acque pubbliche, la loro razionale distribuzione per uso agricolo, l’uso del patrimonio boschivo per assicurarne uno sfruttamento non distruttivo, la gestione delle terre di proprietà demaniale e di quelle costituenti l’appannaggio della corona solo per citarne alcuni.

I CATASTI

Il catasto geometrico-particellare sabaudo settecentesco costituisce un vero e proprio strumento fiscale che consente di raggiungere finalità conoscitive del territorio dello Stato in funzione amministrativa, politico-economica e militare.

L’impresa, voluta da Vittorio Amedeo II nel quadro di una vasta politica di razionalizzazione e rafforzamento dello Stato, diretta tra l’altro a limitare i privilegi e le immunità nobiliari ed ecclesiastiche, prende l’avvio il 14 maggio 1698 con la misura generale dei territori delle comunità, seguita dalla valutazione globale dell’attitudine dei beni a produrre reddito, coronata infine dalla redistribuzione del carico fiscale tra le comunità (perequazione generale) approvata con regio editto 5 maggio 1731.

La documentazione della riforma fiscale di Vittorio Amedeo II è da cercare negli archivi dell’Ufficio generale delle finanze presso le Sezioni Riunite (Prima archiviazione > Perequazione del Piemonte; Seconda archiviazione > Tasso Piemonte, Monferrato e province di nuovo acquisto e Seconda archiviazione > Stati tasso sussidio, tributo e debiture) e nelle Materie economiche presso la Sezione Corte. I libri delle misure generali e degli estimi delle province del Piemonte costituiscono l’allegato I di questo fondo, mentre i verbali di delimitazione dei confini delle comunità e di pubblicazione delle mappe trovano collocazione nell’allegato L.

Nel corso del tempo al catasto sabaudo o catasto antico, che venne attivato nel 1731, si succedettero:

  • il catasto francese (1802-1814) che portò alla realizzazione di un catasto “per masse di coltura”. Il prodotto documentario di tale operazione consistette essenzialmente in mappe geometriche, che non scendono alla rappresentazione delle singole parcelle limitandosi a individuare zone di omogenea coltura e qualità, ed in documenti descrittivi della produttività dei beni;
  • il catasto Rabbini (1855-1870) le cui operazioni di rilevamento, che per la prima volta danno a grande scala (1:500, 1:1000 e 1:5000) una precisa rilevazione anche degli edifici, iniziarono nel 1857 nella provincia di Torino e si estesero successivamente a quella di Novara, giungendo a completezza per i circondari di Torino, Pinerolo, Susa, Novara, Ossola e Pallanza.

LA BIBLIOTECA ANTICA

Tra gli scaffali della Biblioteca Antica dell’Archivio di Stato di Torino si conservano i cinque volumi dell’Architettura Militare, una raccolta di carte realizzate in epoche diverse e rilegate insieme all’inizio del XVII secolo durante il regno di Carlo Emanuele I come parte delle vasta e sfarzosa Grande Galleria del Palazzo Reale, una vera e propria wunderkammer dove si trovavano anche oggetti preziosi, opere d’arte, curiosità naturalistiche e scientifiche.

I volumi dell’Architettura Militare raccolgono 576 tavole che rappresentano mappe topografiche, piante e vedute urbane, visioni prospettiche di fortificazioni e figurazioni di operazioni militari riferite a località di tutto il mondo e si inseriscono nella precisa volontà di ricostituire un programma di difesa e controllo territoriale dello Stato appena riconquistato.

Le mappe e le carte che vennero raccolte nei volumi provenivano da archivi e complessi documentari disparati e la “rottura” dell’originaria collocazione lascia intravedere come dal precedente utilizzo pratico-amministrativo si stava costituendo un’esigenza di studio ed erudizione, tipica appunto della nuova dimensione bibliotecaria che la raccolta aveva assunto.

LA STORIA DEI PROGETTI DI DIGITALIZZAZIONE

A partire dalla fine degli anni Novanta del Novecento, l’Archivio di Stato di Torino, aderendo al progetto ministeriale “Imago2”, incominciò ad attuare la prima di una lunga serie di campagne di digitalizzazione volte ad acquisire in formato digitale l’intero patrimonio cartografico e catastale conservato dall’Istituto.

I lavori di digitalizzazione, affidati nella prima fase alla ditta Elsag Spa., portarono alla riproduzione digitale delle principali raccolte cartografiche della Sezione Corte (piazza Castello 209): Carte del Genovesato, Carte Topografiche per A e B, Carte Topografiche Segrete, Carte Topografiche Serie III, Palazzi Reali e altre Fabbriche Regie, Ufficio Topografico Stato Maggiore. Una seconda campagna di digitalizzazione affidata ad Elsag produsse inoltre le immagini digitali di alcune delle serie cartografiche delle Sezioni Riunite, in particolare: Tipi annessi alle patenti del secolo XVIII, Tipi annessi alle patenti del secolo XIX, Tipi Guerra e Marina, Raccolta di album e disegni relativi al Ministero della Guerra, Azienda Savoia-Carignano (parzialmente), Tipi sezione II (parzialmente).

Le immagini, prodotte da Elsag in formato jpeg a 250 dpi, sono state sottoposte ad un’operazione di piramidizzazione che consentiva di alleggerire il peso complessivo dell’immagine, che sarebbe stato difficilmente sostenibile dai computer dell’epoca, mantenendone inalterato il livello qualitativo.

Dopo l’acquisto da parte dell’Archivio di Stato di Torino di due macchine Metis Drs, scanner in grado di acquisire ad alta risoluzione carte, volumi e documenti di formato anche molto ampio, il laboratorio di fotoriproduzione dell’Istituto è stato in grado di produrre autonomamente file digitali relativi al proprio patrimonio, cartografico e non.

Sono così state intraprese nuove campagne di digitalizzazione che, grazie a finanziamenti ministeriali e generosi contributi di Enti e Fondazioni private, specie la Compagnia di San Paolo, hanno consentito di concludere l’acquisizione in digitale dei fondi cartografici delle Sezioni Riunite (Tipi Sezione II, Azienda Savoia-Carignano, Casa di Sua Maestà, Tipi Articolo 663, Tipi Articolo 664, Tipi Articolo 665, Tipi Articolo 666, Tipi Articolo 668, Tipi Articolo 736, Tipi Duca di Genova, Disegni del Genio Civile, Tipi Strade Ferrate) e di intraprendere l’acquisizione dei fondi catastali (catasto sabaudo, catasto teresiano, catasto francese, catasto Rabbini), ancora in corso d’opera.