Con l’invasione francese degli Stati sabaudi, poco prima dell’occupazione, il duca Carlo II allontana da Chambéry i documenti più importanti dell’Archivio dei titoli e di quello dei conti. Vengono trasportati, insieme ad altri beni (tra cui la Sindone) parte nel castello di Nizza, parte nel forte di Bard in Valle d’Aosta, rimasti sotto il controllo dei Savoia. Parte degli Archivi resta a Chambéry, governata dai francesi; mentre nuovi documenti vengono formati e conservati a Vercelli, sede della Camera dei conti in esilio. In questo periodo di crisi sembra svanire, tra i documenti ancora posseduti dai Savoia, quella distinzione tra Archivio dei titoli e Archivio dei conti che nei secoli precedenti si era profilata sempre più nettamente: tutti i documenti sono infatti posti sotto la tutela della Camera dei conti.

Pianta settecentesca del forte di Bard, dove venne messa in salvo parte della documentazione portata via da Chambéry subito prima dell’invasione francese (ASTO, Corte, Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Bard 14 A I Rosso)